Tipologia
Dal punto di vista strutturale le neviere di Buccheri si dividono
in:
1) Neviere a grotta. Sono come detto le più antiche.
Hanno le pareti interne in
muratura di calce, azzolu e sabbia di fiume. Sono a pianta quadrata,
leggermente irregolare. Hanno due aperture: la prima in alto sulla
volta, la seconda a forma di finestra sul lato libero a nord.
2) Neviere a cupola.
Possono avere pianta quadrata o circolare. Dal terreno, nel quale
sono scavate, fuoriescono con le alte cupole, che vanno dai tre ai
sette metri, costruite con conci lavici, a volte legati con malta,
più spesso a secco, le cupole possono essere di due tipi: ad anelli
parabolici concentrici con due aperture a due livelli ma mai sulla
cupola; a cupola rivestita con apertura su una faccia e sulla
cupola. Queste ultime sono di grandi dimensioni e costruite con una
tecnica più complessa: sulla cupola interna si sovrappone uno strato
di sabbia e calcina, su questo strato si fanno catene di conci
lavici a formare quattro croci sui quattro lati; gli interspazi
formati dalle catene si riempiono con un selciato fatto di ciottoli
lavici, su cui alla fine si sparge sabbia di fiume mista a "genise
di ferraio", residuo della lavorazione del ferro.
Tali strati impedivano il dilavamento della cupola e la
impermeabilizzavano.
3) Neviere a dammuso.
Presentano la pianta quadrata o rettangolare.
Hanno l'apertura in basso alla base dell'imposta, con porticina alta
circa un metro e venti, e due o tre bocche sulla volta, da dove si
buttava giù la neve. A questo tipo appartiene la "Grotta grande"
oggi di proprietà del comune, che l'ha trasformata in un serbatoio
d'acqua: ha ben tre bocche sulla cupola ed emerge dal terreno di
circa dieci metri. Sulla porticina si notano ancora "intacchi" della
carrucola e della "statia', statera per la pesa.
Ogni neviera è circondata da un muro a secco detto "zaccanu", che
definisce il terreno di pertinenza della neviera. La neve però la si
poteva raccoglierla nei terreni circostanti per un largo raggio.
Oggi si contano 23 neviere, la maggior parte in buono stato di
conservazione. Fino alla fine del '700 funzionavano tutte a pieno
ritmo. Il loro numero si ridusse drasticamente ai primi del 900,
finché negli anni Trenta ve n'erano in attività appena quattro. Le
prime neviere erano di proprietà del barone, signore di Buccheri, il
quale fra i diritti angarici sui cittadini aveva anche quello di
obbligarli a riempire le neviere di stato. Tale diritto si trasformò
nel tempo nello ius inchiudendi, diritto ad aver la precedenza nella
raccolta della neve. Così non appena terminava la nevicata, il "secreto'
del barone usciva col banditore ed annunciava l'obbligo di
presentarsi per raccogliere la neve per le neviere baronali.
il commercio
della neve
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