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ZELKOVA SICULA
Diffusione e
habitat
L'unica popolazione esistente di Z. sicula,
scoperta nel 1991, è formata da 200-250 esemplari,
ubicati nel bosco Pisano, una
querceta di circa mezzo ettaro che cresce a 450 m
di altitudine, sul versante settentrionale dei
Monti Iblei, nella
Sicilia sud-orientale, in prossimità di
Buccheri (SR).
Conservazione
La Z. sicula è considerata dalla
IUCN una specie in pericolo critico di
estinzione (Critically Endangered) ed è
stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche
più minacciate della
area mediterranea.
Esiste
un progetto di recupero della popolazione relitta di
Z. sicula, finanziato dal
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
e realizzato da
Legambiente e dall’Istituto di Genetica Vegetale
del
Cnr di
Palermo. Il progetto si inserisce nel contesto di
Countdown 2010, la campagna di iniziative
lanciata dalla IUCN per contrastare la perdita di
biodiversità.
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Sicuramente molti avranno visto il film “Jurassic park”, la storia di
come tramite tecniche di clonazione genetica un isola viene ripopolata
dai dinosauri. Se non si e’ ancora riusciti a far rivivere questi
grandi rettili, alcune piante sono tornate dalla preistoria. In
realta’ non sono serviti esperimenti o manipolazioni genetiche, ma un
po’ di fortuna e un la curiosita’ di due botanici siciliani, Garfi e
Di Pasquale che insieme al professore Quezel dell’Universita’ di
Marsiglia hanno scoperto questa nuova specie. Meglio dire riscoperto
perche’ la Zelkova era diffusa in tutto il bacino dl Mediterraneo e
nei territori limitrofi, fino a quando i grandi sconvolgimenti
climatici, periodi di siccita’ e poi glaciazioni, non ne determinarono
l’estinzione. Gli unici esemplari di Zelkova conosciuti erano stati
trovati allo stato fossile, con una datazione per i campioni piu’
recenti, trovati nel Lazio, che si aggira a circa 31.000 anni fa,
facendo pensare che questa pianta possa essere apparsa sulla terra
nell’era terziaria, piu’ di 5 milioni di anni fa. Si trattava dunque
di una pianta considerata scomparsa, ma l’estinzione era solo
apparente: pochissimi esemplari infatti sono sopravvissuti e sono
quelli trovati dai due botanici siciliani. In un bosco a Buccheri,
vicino a Siracusa, la Zelkova si era nascosta e aveva continuato la
sua vita millenaria senza che nessuno prima del 1991 ne notasse
l’esistenza. Solo altre due specie di Zelkova erano conosciute al
mondo: la Zelkova abelicea, che cresce sull’isola di Creta, e la
Zelkova carpiniflolla, che cresce in Caucaso. Oggi inserita nella
lista degli alberi monumentali, non per la grandezza, ma per il valore
storico, si sta cercando di trovare il mondo per facilitarne la
riproduzione e salvare cosi’ la Zelkova sicula definitivamente
dall’estinzione, e magari un giorno farla diventare diventare una
pianta comune nei nostri giardini, ritornando a ripopolare la terra
dopo milioni di anni.
Si presenta come un arbusto che non supera i 2-5 metri d’altezza, con
foglie molto piccole, scarsamente lobate , coriacee e pelose. |
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Sicilia: terra di piante preistoriche |
E’ rara
e ha origini antichissime. La Zelkova, questo è il nome scientifico
della pianta, appartiene infatti a un genere relitto della flora
forestale del Terziario, che si è estinto in tutta Europa in seguito
alle glaciazioni del Quaternario. Due elementi in grado di far
comprendere perfettamente l’importanza della scoperta, da parte di
Giuseppe Garfì, della sezione di Palermo dell’Istituto di genetica
vegetale (Igv) del Cnr, nell’area dei monti Iblei (Sicilia
sud-orientale), di alcuni esemplari di questa specie, nuova per la
scienza, e descritta come ‘Zelkova sicula’. “Si tratta di un evento
eccezionale, soprattutto in un contesto in cui l’estinzione di
innumerevoli entità floro-faunistiche e i problemi della conservazione
della biodiversità sono diventati un fatto pressante”, commenta
Francesco Carimi dell’Igv-Cnr.
L’intera popolazione di Zelkova (230 individui) è concentrata su una
superficie estremamente ridotta (circa 200 x 15 m), che si sviluppa
lungo un piccolo impluvio, una ‘nicchia di rifugio’ che offre una
disponibilità idrica in grado di compensare, seppure parzialmente, il
deficit di umidità climatica. Allo stato attuale, inoltre, i frutti
sono risultati sterili e la capacità riproduttiva di queste piante
sembra affidata unicamente all'emissione di polloni caulinari (rami
che si formano dal fusto) e, soprattutto, radicali (rami che si
formano dalle radici).
“La presenza di questa specie relitta in un’unica zona molto
circoscritta e il delicato equilibrio che caratterizza il suo attuale
habitat”, spiega Carimi, “rendono indispensabile assicurarne la
sopravvivenza e migliorarne le prospettive di conservazione. Per
questo l’Igv-Cnr ha messo a punto, con il patrocinio del Ministero
dell’Ambiente e la collaborazione di Legambiente, un progetto di
recupero della Zelkova sicula collegato alla campagna della Iucn
“Countdown 2010”, finalizzata alla riduzione significativa della
perdita di biodiversità entro il 2010, e che passa attraverso fasi ben
definite: censimento dell’intera popolazione, conservazione
dell’habitat attuale e restauro ambientale, studio della struttura
genetica della popolazione sopravvissuta attraverso l’analisi del Dna,
produzione di materiali di moltiplicazione (talee autoradicate),
diffusione della specie in riserve gestite da Legambiente,
realizzazione di un campo collezione presso un sito dell’Igv-Cnr e,
infine, campagne di educazione e sensibilizzazione”.
Nell’ambito delle iniziative per la conservazione della biodiversità,
l’intervento attuato per la Zelkova si inserisce pienamente nelle
attività specifiche dell’Istituto del Cnr che, sempre nello stesso
territorio, ha appena concluso il progetto “Valutazione e
conservazione della variabilità del germoplasma forestale in Sicilia”,
che la sezione di Firenze dell’Igv-Cnr ha intrapreso con l’Azienda
Foreste Demaniali dell’Isola allo scopo di salvaguardare le specie
forestali, con particolare riferimento a quelle endemiche e relitte.
“La nostra ricerca”, spiega Anna De Carlo dell’Igv-Cnr di Firenze, “ha
fornito un’ampia integrazione di informazioni sulla caratterizzazione
strutturale del soprassuolo, sulla tipologia vegetazionale e sulla
caratterizzazione genetica delle specie presenti nelle aree gestite
all’Azienda Forestale sicula e ha evidenziato una diversità genetica
molto elevata in tutte le specie esaminate, mostrando anche che alcune
popolazioni sono un ‘residuo’ di quelle ancestrali presenti durante il
Terziaro. I risultati ottenuti sottolineano dunque la necessità di
potenziare gli sforzi per la conservazione e la protezione di questa
area, importante bacino di biodiversità”.
Tra le specie studiate nel corso del progetto, oltre alla ‘Zelkova
sicula’, l’ ‘Abies nebrodensis’ e la ‘Betula aetnensis’, il ‘Taxus
baccata’, la ‘Quercus petraea’, e il Pinus pinaster di Pantelleria. |
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Bibliografia
Di Pasquale G., Garfì G. & Quézel P. Sur la
présence d'un Zelkova nouveau en Sicile sud-orientale. Biocosme
Mésogéen 1992; 8(4)–9(1): 401–409.
Garfì, G. Zelkova
sicula, raro endemita siciliano. Origine, evoluzione, prospettive di
conservazione. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 1996; 29(352):
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Garfì, G. On the
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comments. Plant Biosystems 1997; 131(2): 137–142.
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IUCN 2007.
Nakagawa, T, Garfì, G.,
Reille, M. & Verlaque, R. Pollen Morphology of Zelkova sicula (Ulmaceae),
a recently discovered relic species of European tertiary flora: Its
description, chromosomal relevance, and paleobotanical significance.
Review of Paleobotany and Palinology 1998; 100: 27–37.
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