Tre anni dopo
pubblica il secondo LP “Il Gioco del Diavolo” (Shirak
1981), dopodiché intraprende una svolta folk rock
che la caratterizza fino alla metà degli anni ’80,
quando l’attività del gruppo va diminuendo fino ad
arrestarsi del tutto nel 1986. Il gruppo si
ricostituisce nel 1995 con un organico ampiamente
rinnovato che, dopo un’iniziale scelta “elettrica”
ritorna a una dimensione acustica ma con un
repertorio in gran parte originale,
Le canzoni de La Lionetta parlano senza retorica e
con molta ironia di tutto ciò, mentre le musiche
riflettono il mescolarsi di suoni e tradizioni in
atto qui come altrove. A cavallo fra canzone
d’autore ed un folk meticcio che fonde musica
tradizionale piemontese con echi di fanfare
balcaniche, sonorità mediterranee e percussioni
arabe, La Lionetta propone un concerto di forte
impatto, divertente e divertito.
Caratteristica importante del lavoro del gruppo è la
scelta di rispettare una dimensione acustica pur
affidandosi ad una energica base ritmica dove si
rincorrono percussioni e basso tuba. Ma sarebbe un
errore valutare di questo concerto i soli aspetti
musicali perché La Lionetta racconta storie da
ascoltare: storie ironiche, storie arrabbiate,
storie quasi epiche in un intreccio di lingua e
dialetto, con uno sguardo alla grande tradizione
della ballata europea ma anche della più schietta
canzone d’autore, fra lupi mannari e clandestini in
attesa di varcare un confine, fra realtà capovolte e
benpensanti terrorizzati dai nuovi saraceni, fra
zingari, vagabondi e suonatori sempre alla ricerca
di un pubblico per cui esibirsi. Che è poi ciò che
muove, in fondo, tutti i veri musicanti. |