Il secondo semestre dell’anno 2011 appena trascorso, è servito per
il “rodaggio”, se così lo si può definire, dell’enorme palla che
troneggia nella località Padre Filippo, proprio a ridosso di Monte
Lauro, sommità degli Iblei a 1002 metri di altezza dove esiste
ancora oggi la bocca di un vulcano spento che ai suoi tempi eruttò
tanta lava che permise di dare lavoro agli scalpellini della
pietra nera, per effetto della solidificazione della lava in
pietra, ove comparirono tante cave.
“La palla radar, almeno così come la si vede transitando nella
provinciale per Giarratana, appare come un’enorme struttura su di
un tralicio, afferma il vice Sindaco Gianni Garfì, spuntata così
in un battibaleno in mezzo al bosco di pini ma la struttura è
stata posizionata lì, strategicamente in quel posto, ad opera del
Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, con innumerevoli
autorizzazioni da parte di Enti locali, provinciali, regionali e
nazionali; per il ritardo della sua funzionalità, ci furono
diverse proteste”.
Il Doppler Weathr Radar, così è il nome tecnico scientifico della
struttura in banda c, costruito dalla Selex Sistemi Integrati, una
società tedesca, è fissato su di una torre alta 15 metri e il suo
meteo radar tarato per la pioggia, installato appunto all’interno
dell’enorme palla grigia che lo protegge dalle intemperie
atmosferiche, si muove 24 ore su 24 a 360°, rilevando dei segnali
che a loro volta, vengono trasmessi ogni 15 minuti al centro di
Protezione Civile di Roma via satellite infatti, delle apposite
parabole si vedono installate in vari punti della torre.
I dati vengono poi elaborati da personale specializzato e
distribuiti alle Regioni e queste ultime, li ritrasmettono in via
locale, tramite i personal computer, agli Enti locali e periferici
come Comuni, Province, Prefetture, Forze dell’Ordine, ecc…;
avranno sempre un controllo remoto e faranno capo al Centro
Funzionale della Regione Siciliana.
La Commissione incaricata dal Dipartimento Nazionale di Protezione
Civile, presieduta dall’Ingegnere Paola Pagliara, Responsabile
procedimento del contratto di fornitura e realizzazione rete radar
nazionale del Dipartimento Nazionale Protezione Civile, era
composta, oltre che della stessa Pagliara, anche da vari esperti
incaricati di effettuare il collaudo tecnico, statico e
amministrativo della struttura.
Un’opera costata oltre 2 milioni di euro iniziata nel 2008 e
terminata agli inizi del 2009, costruita in un posto strategico
con una copertura ottimale dato che in zona non c’erano ostacoli;
a livello sperimentale, il radar è partito sperimentando la cenere
vulcanica dell’Etna che crea problemi di pericolo per gli aerei
che si servono dell’Aeroporto di Fontanarossa e quindi di appoggio
e ausilio ai gestori del traffico aereo che indirizzano gli
aeromobili verso rotte più sicure, esempio unico al mondo;
l’integrazione di questa struttura, con le altre due esistenti nel
catanese ma di piccole dimensioni perché trasportabili sui vari
siti interessati, si integra con la rete nazionale, tracciando
l’evoluzione dell’eventuale pennacchio di fumi e pulviscoli
vulcanici, consentendo di determinare in maniera tridimensionale
il campo dei venti e quindi di avere pure quel monitoraggio
necessario per una previsione a breve qualora ci siano eventi
parossistici; la messa in funzione è ormai partita a regime da
parecchi mesi e a livello internazionale, è una delle reti più
avanzate; questo radar è uno dei 6 installati a sistema fisso in
Italia mentre 4 sono quelli mobili di cui uno installato a
Catania; al suo interno, la struttura è dotata anche di un enorme
gruppo elettrogeno capace di dare continuità alla mancanza di
energia elettrica nonché di software e sistemi computerizzati che
possono vedere all’istante il lavoro che sta producendo il radar;
gli operatori possono eventualmente lavorare in tutta sicurezza,
al coperto da eventuali fonti di radiazioni del radar in quanto
tutto coibentato a norma.
“Il progetto di questi enormi radar, è partito nel 2000 con la
cosiddetta Legge Soverato che ha creato strumenti per dare
prevenzione alle piene rapide o alle condizioni atmosferiche
improvvise e avverse infatti, come stiamo assistendo da un po’ di
tempo a questa parte, l’intera Penisola è investita da condizioni
di maltempo improvvisi causando anche danni alle strutture e alle
vite umane non per ultimo il vortice ciclonico che ci ha colpito
direttamente qualche settimana fa portando Buccheri nelle
statistiche regionali come uno dei centri più danneggiati; questi
sistemi aiutano a prevenire e a conoscere, seppur con tempi molto
ristretti, le condizioni del tempo in larghe fasce di territorio,
ovviamente scelto strategicamente nella Penisola per poterlo
abbracciare tutto tra cui questo di Buccheri che è di fondamentale
importanza per l’intera isola di Sicilia, continua Garfì”.
Esempio lampante è stata l’esercitazione Mesimex in Campania; il
progetto fu presentato nel 2006 dall’allora Capo del Dipartimento
Guido Bertolaso e dal Responsabile dell’ufficio prevenzione rischi
della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis.
Durante una delle visite di collaudo a Buccheri, l’Ingegnere Paola
Pagliara ha incontrato anche una delle ditte che ha effettuato
alcuni lavori con maestranze locali, l’Amministrazione Comunale in
quel momento rappresentata dal vice Sindaco Gianni Garfì e gli
uomini del Corpo Forestale, rappresentati dalle Guardie del locale
Distaccamento che ha competenza per la zona boscata dove è
installato il radar.
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