Vuole
stare al centro dell’ attenzione, pretende obbedienza, si crede
onnipotente e vuole dominare il branco. Quasi come se l’aggressività
fosse l’unica via che conosce per esprimere la propria forza e farsi
spazio nella vita, affrontando così le difficoltà e gli impedimenti
quotidiani, a costo di ripiegarsi sempre più su se stesso e
accumulare odio e rancore verso tutto e verso tutti. Questo, in
pochi tratti, l’identikit del perfetto bullo. Anche se talvolta non
ce ne rendiamo conto o siamo portati a minimizzare, capita quasi
tutti i giorni di assistere a fenomeni di bullismo o, addirittura,
di restarne vittime anche nella nostra piccola realtà paesana. Col
termine bullismo (dall’inglese bullying) si indicano tutti quei
comportamenti finalizzati a dire o fare cose che ti permettono di
avere potere su un’altra persona e dominarla. Spesso non gli si
attribuisce molta importanza perché lo si ritiene una “normale”
espressione della conflittualità tipica dell’infanzia o
dell’adolescenza. Solo che in un normale conflitto tra ragazzi o
bambini le persone coinvolte si confrontano ad armi pari. Il bullo
“ultimo tipo” non è il solito, classico ragazzaccio grande e grosso
che si approfitta dei più deboli. Oggi le cose sono decisamente
cambiate. Bulli non si nasce, ma si diventa dopo mesi di assidue e
subdole “esercitazioni” di stile che permettono di perfezionare la
tecnica fino a diventare i più temuti. Certo, gli attacchi diretti
alla vittima (fisici o verbali) vanno ancora di moda, ma riscuotono
sempre più successo quelli indiretti, miranti ad isolare ed
escludere i più deboli dal gruppo. Il bullismo non crea problemi
solo alla vittima, ma anche a tutte le persone che vi assistono o in
qualche modo vi partecipano, perché crea un forte clima di
incertezza e di tensione.
Sicuramente è un’esperienza che bambini e ragazzi non dovrebbero
assolutamente fare, date le conseguenze che porta con sé, come il
rischio di commettere reati una volta diventati adulti.
Il fenomeno riguarda quasi allo stesso modo adolescenti e bambini.
Sempre più spesso si sentono storie di baby gang e di “figli di
papà” apparentemente insospettabili che fanno della prepotenza e
della minaccia la loro unica ragione di vita. Ma non è tutto, a
vivacizzare ulteriormente il panorama, entra in scena il sesso
debole o, meglio, quello che un tempo era definito tale.
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Capita di
assistere a scenette inquietanti in cui ragazze carine dal viso
angelico si comportano peggio dei colleghi maschi nascondendosi,
quando pizzicate, dietro la famosa frase: “L’ho fatto solo per
difendermi! In realtà la vera vittima sono io!”. Ma perché questo
fenomeno si sta diffondendo sempre di più tra i giovani e i
giovanissimi? Le statistiche rilevano una percentuale, oscillante
tra il 25 e il 40%, di alunni della scuola dell’obbligo che
riferiscono di aver subito o subire atti di prepotenza e
sopraffazione. La sua diffusione è più generalizzata nelle scuole
elementari e nei primi anni delle scuole medie, mentre diminuisce
con il crescere dell’età in quanto a frequenza, aumentando tuttavia
il grado di aggressività.
Indubbiamente la prima responsabile è la società di oggi, in cui
vige la legge del più forte e in cui le immagini si stanno quasi
sostituendo alla realtà. Tutti ci vestiamo allo stesso modo, tutti
seguiamo la stessa corrente di pensiero e tutti vorremmo “dominare”.
Per questo motivo nascono i bulli. Le persone più deboli e insicure
si celano dietro questa maschera infrangibile e credono di poter
dominare il mondo con l’arroganza e la prepotenza. E poi c’è la
famiglia. Sicuramente l’autorevolezza e l’abitudine alla
sorveglianza degli adulti in generale e dei genitori in particolare
tendono a ridursi sempre più, a tutto vantaggio dell’abitudine alla
trasgressione e all’esagerazione in ogni campo. Nella disperata
ricerca di qualcosa di nuovo ed emozionante, si rischia di perdere
pian piano il contatto con la realtà e di impoverirsi interiormente,
al punto da riuscire ad esprimere solo rabbia.
Ma c’è anche un’altra causa da non sottovalutare… Molto spesso si
diventa bulli dopo essere stati una vittima, credendo, così, di
potersi vendicare.
Se dovesse capitare anche a te pensa che, in realtà, i bulli sono
soltanto persone fragili con una corazza d’acciaio. E ricorda: la
tua migliore arma di difesa puoi trovarla solo parlandone con gli
altri. Il bullo non parla perché ha più paura di te. Difenditi
parlandone con gli adulti a te più vicini (genitori, insegnanti,
bidelli, ecc.) e, soprattutto, non vergognartene.
Federica Centorbi
Classe 3^
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